Il suono, lo sappiamo, dal punto di vista fisico è un’onda di compressione che si propaga in aria. Essa entra nel condotto uditivo, colpisce la membrana del timpano che a sua volta comunica con la serie di tre ossicini presenti nell’orecchio. Questi comunicano i movimenti al liquido presente nella coclea che trasferisce le vibrazioni al nervo uditivo e le fa arrivare al cervello.
Fin qui il meccanismo anatomico, ma l’analisi percettiva, che decreta ciò che è suono e ciò che non lo è e quali caratteristiche esso possieda, è affidata esclusivamente al cervello e dipende da una serie infinita di fattori: psicologici, culturali, ambientali, legati all’esperienza, al gusto ed al carattere di ciascuno di noi.
Creare descrizioni efficaci per tutti non è quindi semplice e non è semplice sopratutto descrivere in modo chiaro le caratteristiche di un suono dal punto di vista delle emozioni che esso suscita nell’ascoltatore, anche perché non si ha mai la garanzia che esse siano esattamente le stesse per tutti.
Nonostante le difficoltà, i musicisti hanno elaborato nel tempo un “gergo” più o meno condiviso, per lo più tratto dal linguaggio comune, attraverso il quale cercano di darsi conto vicendevolmente delle qualità e caratteristiche di cui un suono sia dotato, tanto in positivo quanto in negativo.
Che tale gergo conduca realmente e sistematicamente ad una comprensione efficace di come il suono descritto appaia all’ascolto personale non è mai garantito, perché come già osservato la sfera emotiva di ciascuno condiziona non poco la valutazione ed essa varia notevolmente da individuo ad individuo.
Senza alcuna pretesa di essere esaustivo, dunque, provo a mettere assieme (in ordine puramente alfabetico) alcuni dei termini più comunemente utilizzati per descrivere il suono (prevalentemente di una chitarra o di un basso, ma non solo) dando di ciascuno una succinta descrizione.
Resto volentieri a disposizione per aggiornare tale elenco integrando suggerimenti, nel caso in cui essi arrivassero.
Acido
si descrive così un timbro caratterizzato da frequenze della gamma medio-alta fastidiose ed in particolare evidenza: il termine ha un’accezione prevalentemente negativa
Aperto
un suono aperto si intende che possegga una gamma alta in bella evidenza, senza troppo sbilanciamento e che dia un’idea di spazio, di ariosità e leggerezza
Articolato
si dice di un suono ricco di sfumature, complesso, che varia continuamente ed appare quindi vitale, in continua evoluzione. Riferito ad una chitarra a corpo solido il termine è spesso utilizzato per descrivere una caratteristica indicatrice di qualità dei trasduttori presenti
Brillante
si dice di un suono con la gamma alta in evidenza e uno sbilanciamento verso di essa che resta però nel campo di una gradevole presenza, sia pure importante
Caldo
un suono ricco di basse frequenze, ma non troppo gonfio, equilibrato sulla gamma media e tendenzialmente poco aggressivo sul fronte della gamma acuta
Corposo
un suono importante, potente, presente e ricco sia nelle frequenze medie, che medio-basse
Cristallino
concettualmente simile all’idea di suono brillante, ma con un range di frequenze in evidenza spostato ancora più in alto nello spettro udibile, che dà una sensazione di grande trasparenza
Crunch
(trad. croccante, scricchiolante): termine più tecnico che emotivo, indica un suono prossimo alla distorsione, che si pone a cavallo tra distorto e pulito e passa dall’uno all’altro con il semplice aumento o diminuzione della dinamica del tocco. Deriva dall’utilizzo di amplificatori portati al limite della loro condizione di linearità che si cominciò a fare già negli anni ’40. In un’accezione più moderna lo stesso termine è utilizzato per indicare distorsioni piene, ma non troppo spinte: si tratta però di un utilizzo improprio che non tiene conto del significato tecnico ben preciso e che crea inevitabilmente confusione
Distorto
si dice di un suono amplificato oltre la soglia di linearità da parte di un amplificatore. L’aneddotica parla di un altoparlante rotto utilizzato per una registrazione in studio come fatto accidentale che diede il via all’utilizzo volontario del suono distorto della chitarra, oggi largamente diffuso ed ottenuto attraverso l’uso di appositi circuiti, oltre che con gli amplificatori. Spesso lo troviamo portato all’estremo, particolarmente in generi musicali come Hard Rock e Metal
Dinamico
termine che descrive un suono caratterizzato da variazioni di pressione sonora, alle quali corrispondono sfumature timbriche diverse che evocano emozioni differenti. E’ considerata una delle qualità più importanti. Un suono che aumenta di volume e si arricchisce di armoniche alte e di aggressività, che perde poi gradualmente man mano che torna a livelli di volume bassi tornando ad essere più delicato, è descritto come dinamico. L’accezione del termine è tipicamente positiva
Fangoso
indica un suono poco intelligibile e confuso, note che si distinguono a fatica, poco estese nella gamma alta delle frequenze, non particolarmente caratterizzate nella gamma media e spesso ridondanti di bassi
Legnoso
tipicamente descrive un suono ricco di medie e povero di basse frequenze, anche se non particolarmente risonante
Limpido
simile a cristallino, ma con un’accezione meno “fredda”, più piacevole, cioè meno caratterizzato sugli acuti, con medie lievemente carenti e abbastanza ricco di basse frequenze
Medioso, inscatolato
suono simile al precedente, ma con una caratterizzazione nella gamma media più accentuata che rende poco evidenti sia la gamma bassa, che quella alta
Metallico, freddo
suono ricco di frequenze alte e medio-alte, con prevalenza delle prime, con attacco veloce, di solito allude ad una percezione fastidiosa del suono stesso
Morbido, cremoso, dolce
un timbro equilibrato, con gamma medio-acuta tendenzialmente poco aggressiva e bassi presenti, ma non ridondanti, che dà una sensazione piacevole
Nasale
simile a “medioso”, con frequenze medie fortemente caratterizzate e risonanti nella gamma media
Piatto
suono che non varia, ma si tiene su una condotta costante, sia essa aggressiva o delicata, sia per quanto riguarda l’ampiezza, che per quanto riguarda il contenuto di armoniche. Questo tipo di suono tendenzialmente annoia e l’accezione del termine è per lo più negativa
Povero
si dice di un timbro poco articolato, con componente fondamentale evidente e contenuto di armoniche ridotto. Descrive un suono tendenzialmente “puro” come le forme d’onda di riferimento generate elettronicamente, per cui usato in relazione ad uno strumento musicale assume una connotazione negativa
Pronto, in faccia
indica la presenza di un attacco molto veloce, deciso. Si riferisce sostanzialmente solo alla fase iniziale di propagazione del suono in sé, non descrive il suo contenuto in armoniche o la sensazione provocata dall’ascolto nella sua interezza
Pulito
termine tecnico che indica un suono che si sviluppa nell’ambito della risposta lineare dei dispositivi che lo elaborano o lo amplificano, per cui appare privo di distorsione percepibile
Punch
(trad. pugno): si riferisce al carattere dell’attacco della forma d’onda: veloce, ricca di basse frequenze, che grazie ad esse restituisce una sensazione di potenza
Ricco
simile ad “articolato”, definisce un suono la cui complessità e presenza di armoniche secondarie in gran numero lo rende interessante e lo allontana dal concetto di “suono puro”
Scavato, bucato
indica la presenza di una gamma media poco evidenziata o meglio ancora depotenziata, spesso grazie all’utilizzo marcato di equalizzazione. Il termine fa riferimento ad una sensazione uditiva piacevole per l’orecchio, che nella stessa gamma risulta al contrario molto sensibile, ma specie quando lo strumento suona assieme ad altri il suono così elaborato paga un prezzo elevato in fatto di percepibilità e di quantità di volume di amplificazione necessaria, per cui il termine non sempre ha un’accezione positiva
Scuro
in analogia con i colori, si intende un suono la cui gamma acuta depotenziata porta ad una sensazione di mancanza di luce, di poca leggibilità. Bassi e mediobassi possono essere sia equilibrati, che in evidenza
Sordo
suono poco articolato, povero di armoniche e che tende a smorzarsi in tempi brevi
Slabbrato
suono che tende a distorcere sulla gamma bassa, dando un’impressione goffa e sgraziata, definizione più tipicamente riferita al basso, ma usata anche per la chitarra, ad esempio quando un amplificatore comincia a non reggere più la dinamica sulle note più basse o quando si usa una distorsione particolarmente ruvida, come quella di un pedale fuzz
Zanzaroso
descrive un suono pesantemente distorto, le cui armoniche alte non sono state attenuate come di norma accade negli amplificatori. Tale presenza risulta percettivamente odiosa e per descriverla viene creata l’analogia con il rumore prodotto dal volo ravvicinato alle orecchie del fastidioso insetto che tutti conosciamo