Quando leggo o sento enunciare concetti simili a questo ogni volta un brivido mi corre lungo la schiena, come reazione istintiva ad un’evidente mancanza di conoscenza dei fatti e delle caratteristiche di funzionamento dei dispositivi citati.
“I pickup sono microfoni. Amplificano il suono naturale dello strumento sul quale vengono montati“
Tenterò dunque qui di fare chiarezza sul perché i pickup magnetici non sono e non potranno mai essere equiparati a dei microfoni.
STRUTTURA DI UN PICKUP MAGNETICO
Ciascuno dei dischetti metallici che sporgono da un pickup, posizionati al di sotto delle corde, sono magneti (poli magnetici), oppure espansioni polari (materiale ferromagnetico a contatto con un magnete). In realtà, per essere precisi non sono nemmeno dei dischetti, bensì dei cilindri alti da 6 a 20mm a seconda dei modelli di pickup.
Un sottile filo di rame è avvolto attorno a tali cilindri a formare una bobina, della quale essi costituiscono la parte centrale, detta “traferro”.
I terminali della bobina sono collegati al circuito che in uscita porta il loro segnale verso l’amplificatore.
Dal momento che le corde sono realizzate in materiale ferromagnetico, esse stesse si trasformano in magneti permanenti per effetto della loro immersione nel campo magnetico generato dai pickup ad esse sottostanti.
Ogni volta che mettiamo in moto la corda attraverso la pennata, si crea un’interazione ciclica tra la corda e tale campo magnetico, che induce una debole corrente elettrica alternata (essendo il moto oscillatorio) che comincia a scorrere all’interno della bobina.
Tale corrente viene inviata all’amplificatore, che la moltiplica in ampiezza e la trasforma in onde sonore udibili grazie all’altoparlante.
UN DISPOSITIVO STATICO
Il pickup è dunque un dispositivo statico, cioè privo di elementi mobili, che genera il segnale trasformando in una corrente elettrica le variazioni di stato del proprio campo magnetico, normalmente in quiete, provocate dal movimento di un elemento ferromagnetico posto all’interno del campo stesso.
Un pickup, dunque, non “amplifica” alcunché e nemmeno “ascolta” nulla di ciò che accade in ambiente. Esso è infatti sordo alle vibrazioni che si propagano nel corpo dello strumento sul quale è montato, in quanto non è fisicamente sensibile alle onde sonore.
Il pickup “legge” esclusivamente le variazioni del proprio campo magnetico e le converte (trasduce) generando una corrente elettrica alternata.
Per dover di precisione occorre dire che una minima sensibilità alle vibrazioni fisiche a volumi alti può essere rilevata, in percentuali risibili e di qualità pessima. Essa dà luogo al fenomeno chiamato “Larsen”, un fischio risonante acutissimo e fastidioso indipendente dal fatto che stiamo suonando o meno. Tale effetto (da non confondersi con il ricercato “feedback”, innesco spontaneo della vibrazione della corda provocato dalla vicinanza dell’altoparlante che la fa vibrare per simpatia), è dovuto ad un malfunzionamento , non per nulla chiamato “microfonicità”, causato da scarsa coesione della struttura del pickup o da avvolgimenti troppo laschi nelle bobine. Viene di norma eliminato con una costruzione attenta e con l’immersione in un mix di cera e paraffina a temperatura controllata, perché risulta di ostacolo all’utilizzo con amplificatori a volume sostenuto posti nelle vicinanze.
STRUTTURA DI UN MICROFONO
Pur essendo anch’esso un “trasduttore” (un dispositivo trasformatore) il microfono opera secondo un principio completamente diverso.
Esso converte l’energia delle onde sonore che si propagano in aria in una corrente elettrica.
Ciò è permesso da un elemento mobile detto “diaframma”, che reagisce all’urto fisico con l’onda sonora muovendosi avanti e indietro. Solidale con il diaframma c’è una piccola bobina immersa in un campo magnetico all’interno del quale, di conseguenza, si muove anch’essa avanti e indietro. Il suo movimento produce la corrente elettrica che viene poi inviata all’amplificatore.
Sostanzialmente il microfono può essere considerato come l’inversione concettuale dell’altoparlante, che grazie al medesimo principio trasforma una corrente elettrica in onde sonore facendo muovere il cono in ragione degli spostamenti della bobina.
UNA DIFFERENZA FONDAMENTALE
La differenza sostanziale tra i due sistemi sta dunque nel fatto che mentre i pickup generano il segnale in ragione della sola variazione del campo magnetico, ignorando del tutto le vibrazioni fisiche dell’aria, il microfono deve il suo funzionamento esclusivamente a queste.
Non tutti pongono sufficiente attenzione a questa differenza sostanziale. Essa in sostanza spiega molto chiaramente per quale motivo le capacità da alcuni attribuite al legno di uno strumento a corpo solido nel condizionare il timbro risultante siano (sia pur presenti) largamente sovrastimate rispetto a ciò che la fisica dello strumento stesso ed i principi di funzionamento sui quali esso si basa possano permettere.
LA RAZIONALITA’ COME METODO DI INDAGINE
Purtroppo la realtà oggettiva e l’analisi scientifica dei fenomeni esercitano un fascino trascurabile su una buona parte del mondo delle sei corde.
Le conclusioni alle quali si arriva tramite un approccio di tipo scientifico e razionale, infatti, contraddicono spesso credenze radicate e fin troppo diffuse che alimentano fascinose, ma ben poco fondate teorie basate su percezioni soggettive, aspettative di vario genere e sulla tendenza alla fascinosa mitizzazione di fenomeni in realtà molto ben determinati.
Si preferisce colorare ciò che ha a che fare con gli strumenti con connotazioni più consone agli affabulatori o ai maghi, piuttosto che ai tecnici di laboratorio.
Non è certo questo il tipo di approccio che troverete su queste pagine. La realtà a volte è indubbiamente meno affascinante delle leggende, ma conoscenza e consapevolezza vanno di pari passo con la razionalità, mentre le leggende sono e restano un piacevole intrattenimento per rilassarsi d’inverno davanti al fuoco del camino.