L’insieme di regolazioni che chiamiamo “setup” della chitarra o del basso verte essenzialmente su pochi punti cardine. Cercherò di esaminarli con un approccio sintetico e l’attenzione rivolta alle procedure basilari che rendono possibile ottenere dal proprio strumento una buona suonabilità.
Tali procedure sono:
– funzionalità del capotasto
– funzionalità della tastiera
– funzionalità del ponte
– regolazione delle ottave
– corretto montaggio delle corde
Il tutto porta lo strumento ad essere funzionale, maneggevole e comodo nel suo uso quotidiano.
CAPOTASTO
La lavorazione del capotasto è essenziale per la buona tenuta dell’accordatura su ogni tipo di strumento. Diviene addirittura cruciale nel caso venga utilizzato un ponte basculante.

Le corde devono scorrere senza attriti nei solchi scavati sul capotasto, il piano di appoggio dovrebbe essere inclinato verso la paletta e profondo quanto circa il raggio della corda stessa, in modo che non si infossi troppo nella sede lasciando uno spazio minimo tra la corda ed il primo tasto, che si azzera premendo la corda al tasto successivo. Siccome la corda vibra sul piano orizzontale, per lasciarle la massima libertà di movimento lo scasso dovrebbe avere una sezione tronco-conica che si allarga lievemente dal lato della tastiera. Una lavorazione approssimativa del capotasto può essere causa di mancanza di tenuta dell’accordatura, di contatto tra le corde e i primi tasti del manico o di poca comodità nel suonare nelle prime posizioni.

E’ raro trovare uno strumento di produzione industriale con un capotasto lavorato in modo perfetto, per cui questa si rivela spesso una messa a punto molto significativa. Sarebbe sempre bene affidarsi ad un professionista fidato per la modifica, data la precisione di lavoro necessaria.
FUNZIONALITA’ DELLA TASTIERA
La tastiera di una chitarra è come il fondo di una pista di formula uno: se non è perfettamente liscia e regolare non permette uno scorrimento fluido e veloce delle auto senza che il loro fondo tocchi e si rovini. Il piano della tastiera è essenzialmente dato dal corretto posizionamento e dall’uniformità dell’altezza dei tasti. Essa va accuratamente verificata perché in funzione di quanto sarà corretta e regolare sarà possibile ottenere un’action sufficientemente bassa tale da rendere il manico veloce e comodo. Il profilo del manico non deve di norma essere perfettamente piatto: è necessaria una minima concavità nella sua parte centrale perché essa ospita la sezione di massima escursione del movimento vibratorio delle corde che si svolge sia sul piano orizzontale che (in percentuale minore) su quello verticale.

Tale profilo viene regolato attraverso il tiraggio di una barra filettata che corre internamente al manico stesso, chiamata “truss rod”. Essa Ha un dado conico ad un’estremità ed una sede a brugola all’altro capo, che ne permette la regolazione della tensione. Una volta fatto assumere al manico il profilo corretto si può controllare l’altezza dei tasti che, nel caso presenti delle disuniformità, andrà pareggiata con un paziente lavoro di livellamento dei tasti fuori misura. Il profilo di tutti i tasti va poi ricostruito e lucidato. Questo insieme di operazioni viene chiamato “rettifica della tastiera” e sarebbe bene farla eseguire ad un buon liutaio, data la precisione necessaria e l’importanza della sua buona riuscita per la funzionalità dello strumento. Con una tastiera perfettamente rettificata sarà possibile conciliare il corretto profilo del manico con una regolazione dell’action delle corde particolarmente bassa e comoda, priva di punti nei quali le corde sbattano sui tasti, causando rumori ed interruzioni di nota indesiderate.
PONTE
Esistono diversi modelli di ponti ed ognuno ha le sue peculiarità. L’argomento è decisamente vasto, per cui di seguito darò una semplice panoramica delle regolazioni più comuni Il ponte basculante della Stratocaster risente della diversa tensione e della differente forza di trazione di ogni corda e non sempre torna alla posizione iniziale in modo regolare dopo l’utilizzo intenso della leva. Le versioni moderne ovviano al problema facendo basculare il ponte su due soli piloncini e due viti di regolazione. Le versioni tradizionali, invece, conservano il meno stabile sistema originale a sei viti. In queste versioni è possibile allentare di poco meno di un giro le quattro viti centrali, lasciando agire appieno come sostegni soltanto la prima e la sesta. In tal modo il movimento del ponte risulta più libero, gli attritidiminuiscono e il comportamento meccanico diventa similare a quello della versione moderna. La tensione delle molle posteriori determina quanta resistenza offrirà il ponte all’utilizzo della leva e va regolata in funzione dell’uso che si fa del sistema. Altro trucco per aumentare la tenuta dell’accordatura è quello di regolare le molle in modo da far poggiare a riposo il ponte sul piano del body. In questo modo si potrà utilizzare però la leva soltanto a scendere. I ponti della Stratocaster permettono di solito la regolazione individuale sia dell’altezza della corda, sia dell’ottava. Il ponte originale della Telecaster ha un problema di mancanza di possibilità della regolazione delle ottave singole per ogni corda. Ilproblema si può eliminare sostituendolo con una versione a sei sellette individuali, oppure sostituendo le tre sellette originali con un più moderno set compensato. Il ponte Tune-o-matic della Gibson consta di due elementi: un ponticello ed un attaccacorde. Il ponticello permette una regolazione generale dell’altezza, mentre l’ottava è regolabile per ogni singola corda. L’attaccacorde permette soltanto la regolazione della sua distanza dal body. Tenendolo basso, si aumenta l’angolo di incidenza delle corde sul ponticello, favorendo un maggiore sustain della nota. I ponti di tipo Floyd Rose nascono per eliminare ogni problema di tenuta dell’accordatura. Per far questo si sostituiscono al capotasto (in modo irreversibile) facendo installare al suo posto una morsa nella quale le corde vengono serrate e regolano l’accordatura da ogni singola selletta, con un meccanismo posto sul ponte stesso. Se la tenuta dell’accrodatura è efficace, l’aspetto negativo consiste però nel movimento accentuato dell’intero ponticello ad ogni bending, che causa una sensibile perdita di sustain e di armoniche al suono generale dello strumento. L’unica alternativa, se non si fa un uso estremo della leva, è l’accoppiamento di un buon ponte e di un capotasto ben lavorato con un set di meccaniche autobloccanti (Spertzel, Planet Wawes, Gotoh, ecc.) che garantisce ottima tenuta nell’uso “normale” della leva.
REGOLAZIONE DELLE OTTAVE
Per regolare le ottave si fa suonare la corda a vuoto e la si confronta con l’armonico o la nota premuta al dodicesimo tasto. La regola è semplice: se l’ottava è crescente, la selletta va distanziata dal capotasto, se l’ottava è calante la selletta va avvicinata al capotasto. Per una regolazione più precisa e comoda è utile l’utilizzo di un accordatore digitale.
MONTAGGIO DELLE CORDE
Spesso si sente lamentare che la chitarra non tenga l’accordatura in modo sufficiente nonostante si sia intervenuti sul ponte o sul capotasto. A volte il problema può essere fatto risalire ad un poco accorto montaggio delle corde sulle meccaniche. Le meccaniche sono costituite da ingranaggi che agiscono su un alberino sul quale la corda viene ancorata e poi fatta avvolgere. Tale alberino presenta un foro laterale passante, nel quale la corda viene introdotta prima di inziare ad avvolgere. Se ci si limita a compiere tale operazione può capitare che la corda (specie i cantini), una volta messa in tensione, cominci gradualmente a slittare e sollecitata da qualche tirata di corda più energica si assesti man mano calando ogni volta di tono. Il rimedio consiste nel creare un passaggio ulteriore della corda su sé stessa durante il primo giro di avvolgimento dell’alberino.

Tale passaggio porterà a creare un maggiore attrito che impedirà alla corda di slittare.Fanno eccezione a questa situazione soltanto le meccaniche Fender di tipo vintage: esse sono infatti costituite da un alberino diverso, che presenta un foro centrale, scanalato da due lati, all’interno del quale può essere fatta apssare una generosa porzione di corda, che creerà successivamente attrito con la parte scanalata che le permette di uscire sul fianco dell’alberino per il normale avvolgimento. Con tali meccaniche non si presenta in genere alcun problema di tenuta dell’accordatura dovuta a questa sezione dello strumento. Le meccaniche autobloccanti offrono un sistema che serra la corda verso la sommità dell’alberino tramite un piloncino contenuto all’interno. Esso agisce, controllato da una ghiera posteriore, alla stregua di un morsetto che blocca internamente la corda impedendole di slittare.