Se con lo strumento in mano sentiamo ronzìi indesiderati ci troviamo in una condizione assai comune che molti di noi hanno certamente sperimentato in un qualche momento della propria attività in compagnia di chitarre e bassi elettrici.
Il suono della chitarra può essere affetto da rumore in svariate situazioni: proviamo a capire quale ne sia la causa, impariamo a non confonderla con altre e ad eliminarla quando e se è possibile.
LA MESSA A TERRA DELL’IMPIANTO ELETTRICO
Condizione indispensabile dalla quale partire per non avere rumori indesiderati è sempre un buon collegamento di terra. Attraverso la terra viene infatti scaricata ed eliminata ogni possibile differenza di potenziale indesiderata che si possa venire a creare, così come le interferenze o le cariche elettrostatiche che si possono accumulare.
Il principio vale ancor di più per l’impianto della corrente elettrica alternata presente nel luogo nel quale ci troviamo, con l’aggravante che tale condizione “a norma” è obbligatoria per legge dato che attiene alle fondamentali norme di sicurezza. Una cattiva messa a terra dell’impianto elettrico è infatti condizione precaria che mette in condizione di pericolo in caso di cortocircuiti, guasti di qualsiasi tipo o danni causati da fulmini. Assicuriamoci dunque sempre che l’impianto della corrente che utilizziamo sia dotato di una buona messa a terra.
LA MESSA A TERRA DELLO STRUMENTO
La buona messa a terra della chitarra che usiamo dovrebbe essere sottintesa considerando un circuito “correttamente realizzato”, tuttavia non è sempre la condizione che riscontriamo. Il ronzìo causato dalla mancanza di conduzione tra corde e massa del circuito ne è un esempio. Si tratta di un rumore facilmente riconoscibile poiché scompare se tocchiamo le corde: il nostro corpo va infatti a costituire la messa a terra mancante e scarica le interferenze captate dall’ambiente o l’energia elettrostatica. Per averne ragione in modo permanente basterà assicurare una buona conduzione elettrica tra corde e parti metalliche presenti sul corpo dello strumento connesse a terra (ponte, eventuale piastra controlli metallica, carcasse dei potenziometri, ecc.).
SCELTA DELL’ ALIMENTATORE
La corrente può essere erogata in modo poco corretto o “sporco” da alimentatori economici non ben stabilizzati, dalle uscite multiple male isolate o comunque privi degli accorgimenti circuitali necessari. In questi casi si può riscontrare rumore presente nel segnale che attraversa la catena degli effetti, a volte causato da incompatibilità o da anelli di massa (ground loops) che si vengono a creare tra le alimentazioni degli stessi dispositivi, dalle quali essi si trovano a non ricevere adeguata protezione. Porre la massima attenzione alla qualità degli alimentatori che usiamo è molto importante e merita senz’altro uno sforzo di investimento: è denaro ben speso, perché ripulisce la corrente che inviamo ai dispositivi che utilizziamo, che è un po’ come ripulire il sangue per gli esseri umani.

RUMORI GENERATI DA EFFETTI E PREAMPLIFICAZIONE
Vi sono rumori generati dai circuiti degli effetti di preamplificazione (compressori, overdrive, distorsori, ecc.) che incrementando il fattore di guadagno del segnale non possono che ingigantire anche l’eventuale rumore di fondo già presente, oltre ad aggiungere quello generato dai loro stessi componenti. Per questi rumori si può fare poco, se non cercare di non esasperare troppo le regolazioni dei circuiti che li generano o di impiegare dispositivi che ne soffrano in entità più ridotta possibile. Per capire quanto siano presenti nel segnale che abbiamo è bene valutarli tenendo il volume generale della chitarra a zero, scollegandola del tutto dalla catena di elaborazione.
INTERFERENZE E RUMORE DI RETE
Ciascuna delle cause di rumore elencate fino ad ora è indipendente da un’ulteriore problematica che può essere presente e che per risolvere la quale si consiglia da più parti di applicare schermature di vario tipo: il “rumore dei pickup”.
Ciò che ci dà più fastidio mentre suoniamo raramente è rumore captato dal circuito della chitarra. Per meglio dire può accadere che lo sia, ma in casi relativamente rari che abbiamo già esaminato: quando manca una buona messa a terra nella chitarra o nella linea della corrente elettrica che stiamo utilizzando, oppure quando abbiamo un fattore di guadagno molto alto in particolare nella preamplificazione e nella compressione del segnale.
Anche se nessuna di queste condizioni è presente, da uno strumento con pickup a singola bobina ci capiterà facilmente di sentire un rumore che varia con la nostra posizione e con la distanza dall’amplificatore o da altre apparecchiature. Lo attribuiamo comunemente ai pickup, anche se la definizione è corretta solo parzialmente. L’interferenza che ascoltiamo, in effetti, è captata e riprodotta dai pickup, ma viene irradiata in aria dall’impianto della corrente elettrica, da eventuali trasformatori presenti nelle vicinanze o da dispositivi che emettano radiazioni elettromagnetiche, come accadeva ad esempio coi vecchi monitor a tubo catodico.
In Italia la frequenza della corrente elettrica è di 50Hz e tale interferenza è presente in aria a fianco delle armoniche superiori, la più invadente delle quali è di norma ben udibile a 100Hz.

Tale irradiazione va a disturbare il campo magnetico che circonda i pickup così come fa il movimento delle corde che permette ai trasduttori di generare il segnale che esce dallo strumento. Per questa ragione è praticamente impossibile eliminarne la captazione a meno di impedire ai pickup stessi di funzionare e di conseguenza allo strumento di suonare!
L’irradiazione della rete elettrica attraversa certamente anche gli altri componenti del circuito: per questo alcuni costruttori verniciano l’interno dei vani dei controlli con sostanze conduttive o con lamine metalliche adesive, che a contatto con battipenna o coperchi anch’essi schermati creano quella sorta di “trappola” a prova di energia elettrostatica che limita le interazioni delle interferenze, chiamata “gabbia di Faraday”.

L’espediente protegge ovviamente cavi, potenziometri e selettori, ma non influenza granché i pickup che si devono forzatamente affacciare al di sopra del body!
LE SCHERMATURE
Per eliminare il rumore di rete sono stati inventati appositamente i pickup di tipo humbucker, che la cancellano tramite un processo di rovesciamento di fase che avviene nella coppia di bobine affiancate. La singola bobina si comporta per sua natura come un’antenna radio ed è quindi soggetta a captare ogni genere di onde elettromagnetiche che si propagano in ambiente: proprio per questo, in quanto captato in aria dai trasduttori e non dal circuito, il rumore di rete non può essere eliminato con schermature di qualsiasi tipo piazzate “sotto” i trasduttori.
Le applicazioni di fogli metallici in rame che a volte si vedono consigliate per migliorare la pulizia di suono dei pickup, agiscono in realtà assai blandamente sul fenomeno ed introducono per lo più delle capacità parassite che attenuano le frequenze acute presenti nel segnale generato dai trasduttori. Queste attenuazioni danno quindi l’illusione di aver abbattuto il rumore di rete (perlomeno le sue armoniche più alte), ma in realtà lo rendono soltanto meno udibile incupendo il timbro, in modo analogo a quel che potremmo fare agendo più semplicemente sui controlli di tono dell’amplificatore!

Per schermare efficacemente la bobina di un pickup occorrerebbe inserirla in una “gabbia di Faraday” estremamente efficace, cioè in un ambiente refrattario alle interferenze elettromagnetiche che avvolga tutto quanto in proporzioni ed estensione davvero massicce. In questo caso, però, la gabbia non permetterebbe al pickup di captare nemmeno la perturbazione del campo causata dal movimento delle corde e quindi non potrebbe generare il proprio segnale. La vernice conduttiva o le lamine metalliche adesive con le quali spesso si rivestono i vani dei controlli diminuiscono indubbiamente la sensibilità del circuito ai disturbi, ma non possono agire efficacemente sulle le bobine dei pickup.
L’unica condizione nella quale la sensibilità del pickup a questa interferenza viene meno senza che sia stata applicata alcuna schermatura “locale” è quando il trasduttore si si ritrova “annegato” quasi totalmente, fatta eccezione per la sua sommità, in un ambiente protetto molto spesso ed uniformemente schermante. E’ il caso degli strumenti con corpo in metallo fresato dal pieno. La massa metallica in quei casi è davvero consistente: non parliamo più di sottili strati adesivi, ma dell’intero corpo dello strumento ed essa è in grado di silenziare in modo pressoché completo un pickup singlecoil pur non modificando la sua prestazione!

Non potendo personalmente contare sulla presenza sistematica di un corpo in metallo fresato, ho preferito risolvere la questione progettando un pickup noiseless (I-SPIRA SILENTE) che blocca il fenomeno alla radice, eliminando (non soltanto riducendo) il ronzio, senza snaturare troppo la propria curva di risposta da singlecoil vero e proprio e senza bisogno di dover applicare alcuna schermatura aggiuntiva.